Formatisi sul fondo di un antico mare, nell’arco di almeno un centinaio di milioni di anni, i Colli Berici risaltano nettamente, a sud di Vicenza, sulla pianura alluvionale, con una forma di parallelogramma, il cui asse maggiore, orientato in direzione nord/nor-dest sud/sud-ovest, è lungo circa 24 km, e con una superficie complessiva di circa 165 kmq. Il rilievo presenta un profilo omogeneamente arcuato, piuttosto compatto e non molto elevato sul livello della pianura. Appartengono ai Colli Berici anche alcune modeste colline, che sorgono isolate nella pianura: a nord, la collina di Altavilla Vicentina; a ovest, il Monticello di Fara presso Sarego; a est, le colline di Montegalda, mentre il Monticello di Barbarano Vicentino e le colline di Albettone e di Lovertino, situate a sudest dei Berici, rappresentano il naturale collegamento geografico e soprattutto geologico con i vicini Colli Euganei. Il gruppo dei Colli Berici supera di poco i 400 metri di quota, presentandosi molto articolato e vario dal punto di vista geomorfologico. Isolato in mezzo alla pianura, il gruppo è composto di rocce formate, non più di 100 milioni di anni fa, da depositi marini che diedero origine ad una scogliera ben visibile a occidente (Brendola) e a oriente (Lumignano), spesso profondamente erosa. Più recenti sono gli affioramenti vulcanici presenti e numerose sono le grotte e le cavità  (oltre 400), ben conosciute dagli speleologi. Dalla Riviera Berica di Nanto viene estratta una pietra tenera e rinomata per la grana fine e il caldo colore, apprezzata già  da Vitruvio, impiegata nelle preziose bifore gotiche e nelle classiche cornici delle ville palladiane. I Berici presentano un diffuso carsismo che impedisce la formazione di corsi d’acqua superficiali e produce invece numerose risorgive che, un tempo, inondavano la sottostante pianura, costellata di paludi e torbiere e che oggi si presenta tutta bonificata. La Val Liona e la conca di Fimon sono molto fertili per l’accumulo di materiali fini che le hanno rese particolarmente adatte all’agricoltura. La vegetazione tipica dei colli è quanto mai varia: nella parte meridionale si sviluppano essenze che amano la buona insolazione: Roverella, Carpino nero, Faggio, Bagolaro, Acacia, Albero di Giuda, Scotano ed alcune specie rare che difficilmente si osservano altrove nel vicentino: Corbezzolo, Terebinto, Spina Christi oltre a un campionario particolarmente vasto di Orchidee. Queste ultime piante sono molto rare altrove nel vicentino perchè costituscono una flora dal carattere decisamente mediterraneo. Inoltre, in alcuni prati aridi e zone rupestri, sono presenti alcune specie endemiche come il Fico d’India nano, presente anche sui vicini Colli Euganei e, soprattutto, la Sassifraga Berica, che attecchisce solo qui. Il lago di Fimon, un bacino acqueo alimentato da sorgenti sotterranee, costituisce una nicchia naturalistica di grande valore sia per la tipologia sia per la completezza della flora e della fauna presenti. Nel corso del tempo sono state realizzate opere di bonifica, di innalzamento delle sponde, di prelievo di torba che ne hanno limitato purtroppo l’estensione. E’ comunque l’habitat ideale per numerose specie lacustri di grande rilevanza, tra cui la Castagna d’acqua ed una piccola pianta insettivora, l’Utricolaria.

Un po’ di storia: La storia dei colli ha origine a cominciare dalle prime comunità  che dal Paleolitico superiore si insediarono nelle grotte naturali aperte sulle grandi pareti calcaree di Lumignano e Mossano. Più tardi, intorno al lago di Fimon, trovarono posto altre comunità  palafitticole, come testimoniano i reperti raccolti oggi presso il museo archeologico-naturalsitico dei Chiostri di Santa Corona a Vicenza. I paleoveneti colonizzarono anche l’area pedecollinare, ma solo la conquista romana diede origine ad insediamenti stabili, mentre i Longobardi e i Benedettini, nell’alto medioevo, contribuirono fortemente a bonificare tutta la pianura e a improntare l’assetto urbanistico per cui, alla prima metà  del secondo millennio il territorio assunse il carattere che ancora oggi si può riconoscere. Vicina al capoluogo e ben esposta a meridione, l’area dei Berici fu prediletta dalla “civiltà  delle ville venete”. Ne sono testimonianze le residenze padronali di epoca gotica (Agugliaro, Brendola, Valmarana, Montegaldella il cui Castello Grimani Marcello è uno dei rarissimi esempi di fortilizio e dimora feudale), le ville del Palladio (Villa Poiana di Poiana Maggiore, Villa Pisani di Bagnolo) e di altri architetti prestigiosi come lo Scamozzi (la Rocca Pisana di Lonigo) e il Muttoni (Villa Francescon Piovene di Orgiano e Villa Da Porto Zordan “La Favorita” di Sarego). La fertilità  del suolo, la ricchezza d’acqua e il clima temperato hanno da sempre favorito lo sviluppo di una fiorente attività agricola.