Si tratta di un vasto altopiano carsico che può essere distintamente diviso in due parti: la prateria subalpina, tutt’oggi pascolata, con le caratteristiche casère e pendàne e l’estesa area calcarea dove è presente una vegetazione prevalentemente arbustiva – mughi, salici, rododendri, ontano verde, sorbo nano, mirtilli – interrotta da isolati larici secolari e che occulta insidiosi fenomeni carsici quali inghiottitoi, crepacci e cavità carsiche di ogni genere e dimensione. La Riserva Naturale è localizzata all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Aspetti forestali: l’area carsica è coperta da una densa vegetazione arbustiva subalpina con: Pino mugo, Ontano verde, Salice, Mirtillo nero, Sorbo alpino, Ginepro nano, ecc. su cui spiccano sporadici Larici dalle forme contorte.

Aspetti floristici: per quanto riguarda la flora sugli strapiombi che costeggiano la mulattiera d’accesso all’altopiano si osservano maestose fioriture degli endemismi dolomitici: Campanula di Moretti e Primula Tirolese. In prossimità degli alpeggi si è diffusa la flora nitrofila con Romice, Senecione, Ortica, e nelle superfici soggette a pascolamento particolarmente intenso domina la vegetazione a Cervino d’elevato interesse floristico essendo accompagnata da: Genziana Latifolia, Arnica, Orchidee Comune e Orchidea Candida, Campanula barbata, ecc..

Aspetti faunistici: l’interesse faunistico è davvero rilevante. Nelle pozze d’alpeggio si riproducono diversi anfibi: il Tritone alpestre, il Rospo comune, la Rana montana e si rinviene anche la Salamandra nera. Tra i rettili da segnalare il Marasso. Relativamente agli uccelli, oltre ai Gallinacei montani quali Gallo cedrone, Fagiano di monte, Francolino di monte, Pernice bianca, si possono ammirare l’Aquila reale, il Corvo imperiale, il Falco pecchiaiolo, il Picchio muraiolo , il Gracchio alpino, e gli uccelli degli spazi aperti come il Culbianco, il Sordone, lo Spioncello, l’Allodola, il Merlo dal collare; accertata anche la presenza della Quaglia. I mammiferi sono rappresentati da Toporagni, Marmotta, Ermellino, floride popolazioni di Muflone, Camoscio, Cervo e Capriolo.

Aspetti geologici: l’esteso e tormentato ambiente carsico-nivale chiamato ‘Piani Eterni’, è formato da Calcari Grigi interessati da crepacci e inghiottitoi di considerevole profondità, oltre i 1000 m. Sull’intero altopiano ha agito l’esarazione glaciale, forma di erosione provocata dai ghiacciai, ma sono le microforme carsiche a destare curiosità; esse si presentano come campi solcati, vaschette di corrosione, impronte, scannellature, ecc. Dai Calcari Grigi s’innalzano gli strati di Rosso Ammonitico, Formazione di Fonzaso, Biancone e Scaglia Rossa che ricopre in forme arrotondate il Monte Mondo e Brendòl.

Aspetti storico-culturali: nella zona sono presenti due malghe che nei secoli scorsi ospitavano fino a 500 bovini, 3 greggi di pecore, maiali, ecc. Oggi solo Casera Erera è attiva. Di rilevante pregio architettonico rimangono le strutture d’alpeggio, soprattutto Casera Brendòl e la sua pendàna, stalla porticata, lunga 91 m con 25 archi a tutto sesto, ricoperta con lastre di pietra. Recentemente l’Ente Parco l’ha restaurata e la si può ammirare quale testimonianza dell’ingegnoso lavoro di generazioni di montanari.