Le leggende della Val di Fanes sono indissolubilmente legate al nome dello studioso e giornalista Karl felix Wolff, che dopo la prima guerra mondiale, cominciò a raccoglierle, con eterne e pazienti peregrinazioni nelle valli dolomitiche, i frammenti orali che ancora sopravvivevano nella memoria degli abitanti. Come lui stesso aveva spiegato, questa voglia di salvataggio nasceva dalle storie che gli aveva raccontato una vecchia signora della Val di Fiemme, la quale lo aveva accudito da bambino durante una lunga malattia. E così Karl si immerse in quel magmatico “mondo sottomarino” – come lo avrebbe chiamato qualche decennio dopo Italo Calvino, a proposito delle fiabe italiane che andava raccogliendo – dominato dalla “pigrizia e passività” della tradizione orale. Aveva a disposizione un testo del fassano Hugo de Rossi, che nel 1912 aveva raccolto una parte delle fiabe e delle leggende della Val di Fassa, e poi tutto un ammasso caotico e incongruente di brandelli su vecchiette selvagge, principesse, cavalieri, animali saggi e crudeli, retaggio di una poesia antichissima e stratificata, ma comunque anteriore, secondo lo stesso Wolff, all’anno mille. L’accusa che ora alcuni rivolgono all’opera di Wolff è che la rielaborazione sia un po’ troppo romantica e personale. Non si può negare tuttavia, che questa rianimazione operata con tanto fervore da Wolff abbia provocato la nascita di un’incredibile quantità di opere, letterarie e non: nel 2005 è stato addirittura girato un film in ladino, Le Regn de Fanes, che racconta la tragedia della principessa Dolasilla e la rovina del suo popolo. Ma la produzione annovera anche riduzioni teatrali, sceneggiati televisivi della Rai di Bolzano e perfino Fanneslied un poema epico in tedesco composto nel 1928 da Karl Staudacher. La “Leggenda del Regno dei Fanes” è composta da un’articolata successione di eventi che nell’atto della trasposizione dalla forma orale a quella scritta, Karl Felix Wolff ha organizzato in episodi distinti che danno vita ad altrettanti capitoli (o leggende autonome, il cui finale rimane aperto sugli episodi successivi). L’intero corpus narrativo è incentrato su alcuni personaggi, molto caratterizzati, che ritornano e che assumono alternativamente ruoli di protagonisti o di comprimari. La saga ha un motivo di conflitto ricorrente posto nel carattere negativo del re e nei suoi impulsi più bassi che si manifestano con l’eterno desiderio di oppressione e conquista dei popoli antagonisti. Il fondale della vicenda rappresenta un ulteriore elemento di unità narrativa, che si manifesta attraverso un descrittivismo a tratti gotici, elementare ma efficace. La figura centrale della saga è la principessa Dolasilla, attorno alla quale ruota una moltitudine di personaggi, come lo Stregone Spina de Mul, il Principe dei Duranni Edl de Net, i Nani, Lujanta la sorella gemella della principessa e tanti altri. Tra gli episodi più interessanti raccolti nel libro di Karl Felix Wolff, l’Anima delle Dolomiti, editore Cappelli, Bolzano 2005: L’alleanza segreta, Il lago d’argento, La battaglia di Fiammes, Lo scudo, Le 13 frecce, La battaglia sul Prelondjà, La regina di Fanes, Nel cavo della montagna (dove, infine, i superstiti del Regno dei Fanes si rifugiano).