Le panche delle streghe

Esistono tantissime leggende a proposito delle streghe dello Sciliar e le panche delle streghe a Bullaccia documentano per così dire queste storie e gli avvenimenti mistici.

L’alpe di Siusi e l’imponente massiccio dello Sciliar sono avvolti dalle misteriose figure mitologiche e leggendarie, i quali sono strettamente legati alla realtà della natura delle montagne. Innumerevoli leggende e saghe raccontano di queste creature benevoli ma anche malefici. Così ci sono per esempio le cosiddette “bregostane”, le signore delle spezie, capaci di riportare il rossore sulle guance dei malati o anche le “salinge”, le allegre fanciulle tramutate da Rè Laurino in bellissimi fiori. E naturalmente non mancano anche le famose streghe, che proprio sul monte dello Sciliar hanno girato a fare danni e combinarne di tutti i colori.

La strega nelle credenze popolari è una donna ritenuta dedita all’esercizio della stregoneria, ovvero una donna che si ritiene dotata di certi poteri e stregonerie, la quale durante il tempo del Cristianesimo è stata associata alla persona del demonio. Non testimoniato è ancora il fatto che prima del Cristianesimo la strega era presente come una persona che era dotata di poteri occulti.

Si sa però che l’immensa schiena dello Sciliar era un’amato punto d’incontro per queste streghe. Le panche delle streghe sono delle speciali formazioni di roccia che hanno la forma di una poltrona con bracciolo e schienale, situato sopra Bullaccia. Una leggenda dice che le stregha più vecchia ed autorevole sedeva volentieri sulla panchina del Bullaccio, per poter vedere ed ammirare il panorama. Nelle sedute notturne inoltre le streghe si ritrovarono sul posto per festeggiare e celebrare i loro riti.

Scienziati molto obiettivi commentano questa disposizione delle roccia, come una cosa naturale, ma singolare nel suo essere. Ed inoltre, questo luogo può anche raffigurare un antico luogo di occulto neolitico, presso il quale vennero ammirate famose dee (8.000 – 1.000 a.C.).

Le streghe dello Sciliar

Bisogna sapere che l’immensa dorsale dello Sciliar è un luogo d’incontro molto amato dalle streghe che vi giungono da ogni dove a cavallo di una scopa.Ma badate bene, cari bambini, a non recarvi a mezzanotte sul punto più alto, che è il Petz, perché a nessun essere umano è permesso assistere alle loro feste. Chi osasse tanto, ne impazzirebbe dalla paura.A tal proposito, i vecchi dell’altopiano si ricordano ancora del povero Hansel che viveva in un maso proprio ai piedi dello Sciliar.Una sera d’estate la moglie di Hansel stava prendendo l’acqua dal pozzo quando percepì una particolare energia nell’aria. Non un filo di vento aleggiava e la strana quiete faceva presagire a un violento temporale.Volse lo sguardo al cielo e scorse, tra le minacciose nubi, un’ombra volteggiare.“ Hansel…” gridò la donna “corri, corri, vieni a vedere cosa…”L’uomo si precipitò immediatamente alla finestra e sgranando gli occhi al cielo nel punto indicato dalla moglie, esclamò: “Santi numi, quella è la Strega del tempo! Ah maledetta, adesso ti sistemo io!”.In un batter d’occhio imbracciò il fucile, benedì i colpi con l’acqua santa, uscì sull’aia e mirò bene in alto… bum… bum.Un urlo straziante accompagnò l’eco degli spari: la strega era stata colpita e con un pesante tonfo cadde proprio ai loro piedi.Mamma mia che brutta! La vista della strega fu così terribile che il povero contadino non resse allo spavento e stramazzò, bianco come un cencio, al suolo.Molti anni passarono, però, prima che il povero Hansel si riprendesse e mai dimenticò quella notte; infatti a ogni sopraggiungere del temporale si barricava in casa pieno di paura.