Cari amici

La Soldanella vi invita domenica 12/05 ad un’altra bellissima escursione. Ci sposteremo verso est, dove percorreremo facili e panoramici sentieri in un gradevole percorso che ricalca, in qualche punto, il confine italo – sloveno. La nostra meta sarà il monte Matajur, storicamente legato alle vicende della XII^ battaglia dell’Isonzo.

Vi chiediamo di leggere attentamente la brochure dell’escursione.

Iscrizioni attraverso la mail

Escursione: Dal piccolo borgo di Montemaggiore si prende la stradina in discesa che attraversa la contrada di Franci – 947 m e continua, in lieve e costante salita per poco più di 2 Km, sul versante meridionale del Matajur, fino ad arrivare al Passo di Glevizza – 997 m, dove il versante occidentale della montagna sovrasta la piana di Mersino e la valle del Natisone. Si prende sulla destra il sentiero n° 749 che risale tutta la dorsale sud-occidentale del monte, dapprima nel bosco e poi su terreno sempre più aperto, fino ai prati fioriti. La salita non è mai impegnativa e, man mano che si sale, si comincia ad apprezzare il panorama che si apre sulle colline sottostanti della Val Natisone e la pianura friulana. Proseguendo lungo il versante occidentale del monte si raggiunge il ricovero Marsinska Planina – 1401 m, posto all’incrocio con il sentiero n° 725 (A.V. Valli del Natisone) che arriva dalla sinistra salendo da Mersino alto e il sentiero naturalistico del Matajur che arriva dalla destra proveniente dal Rifugio Pelizzo. Si continua verso Nord in leggera salita su segnavia n° 725, transitando accanto ad un laghetto realizzato come riserva d’acqua e impermeabilizzando il terreno carsico con l’utilizzo di terre rosse. In questo tratto il panorama prevalente interessa i prospicienti monti Mia e Vogu, separati dal Matajur dalla lunga valle del Natisone. Giunti in corrispondenza della dorsale nord-occidentale del monte, a circa 1520 m di quota, il percorso piega decisamente a destra e diviene molto più ripido.  Si comincia ad affrontare la cresta finale che conduce alla vetta del Matajur – 1641 m. Quest’ultimo breve tratto di salita è quello più impegnativo dell’intero percorso, poiché si devono affrontare dei facili gradini rocciosi. La sommità del Matajur, presso la quale ci sono una cappella ed un cippo con le indicazioni delle cime circostanti, è legittimamente conosciuta perché, in giornate limpide, permette di apprezzare panorami eccezionali che spaziano dall’Adriatico alle Alpi Giulie, fino alle Dolomiti e dalla pianura friulana fino alle creste dello Stol e dei massicci del Canin e del Krn (Monte Nero), in territorio Sloveno. Il percorso continua sul sentiero n° 736 che segue la cresta orientale e scende, con moderata pendenza, mantenendosi per un buon tratto sul confine con la Slovenia. Si giunge alla Casera Glava – 1470 m, nelle vicinanze della quale un bivio incrocia il sentiero N° 750 che, in breve, scende al Rifugio Pelizzo – 1325 m. Dal rifugio, seguendo in falsopiano il sentiero naturalistico del Matajur, si rientra nuovamente al ricovero Marsinska Planina per poi deviare decisamente verso sud seguendo il segnavia N° 749. fino all’ ex rifugio Gosgnach. Dall’ex rifugio si prende a sinistra il sentiero 751 che, alternando tratti semplici e più impegnativi, rientra nuovamente a Montemaggiore.

DATI   TECNICI    ESCURSIONE
Difficoltà

E: Escursionistico – Percorso semplice e gradevole, inizialmente su strada asfaltata. Dal Passo il sentiero risale un rado bosco con pendenze più decise. L’ultimo tratto che percorre il versante Nord per la risalita al Matajur è caratterizzato da brevi, semplici passaggi su roccette. Gran parte del percorso è in campo aperto e molto panoramico. La discesa affronta alcuni tratti leggermente ripidi ma sicuri.

Lunghezza 13 km
Dislivello 810 m
Quota massima 1641 m (Monte Matajur)
Tempi 5 ore
Cartografia Tabacco 41 – Sentieri N° 725 – 736 – 749 – 750 – 751
Equipaggiamento Abbigliamento sportivo, scarponi, giacca a vento, cappellino, occhiali da sole, crema solare, zaino, primo soccorso personale, utili i bastoncini, raccomandati i ramponcini. Pranzo e bevande al sacco (non ci sono fonti d’acqua lungo il percorso). Possibilità, al rientro, di un brevissimo ristoro al Rifugio Pelizzo.