La transumanza ovina sui ghiacci di Senales

L’annuale transumanza della Val Senales, uno spostamento di tremila capi ovini che da tempo immemore vengono condotti oltre la cresta principale delle Alpi per trovare pascoli più verdi e nutrienti. Tutto inizia prima dell’alba, sulle sponde del Lago di Vernago, dove migliaia di pecore ammassate schizzano fuori dai recinti, con i cani che abbaiano eccitati e decine di pastori che corrono fra i lampi azzurrini delle frontali. Dovranno affrontare una marcia di un giorno intero lungo sentieri ripidi e pericolosi, un tratto di ghiacciaio, per raggiungere i settemila ettari di pascoli di Vent, in Austria. Esposti a nord, quindi più verdi durante la stagione estiva, questi appezzamenti sono ancora di proprietà dei contadini della val Senales, nonostante la separazione del Tirolo del 1919. Il lungo filo di lana delle greggi si snoda su quella che è una via di comunicazione antichissima, punteggiata di siti archeologici: un arcaico labirinto in pietra nella Valle di Tisa, depositi di selci scheggiate, costruzioni megalitiche nella Valle di Vent e poi la grande piramide di pietre del Giogo di Tisa, che ricorda il ritrovamento del corpo mummificato di Otzi. Le pecore in marcia calpestano da chissà quanto tempo questi luoghi, tanto che alcuni considerano la transumanza come l’eredità di un passato arcaico, un’archeologia vivente. Di certo è una tradizione ancora molto sentita, che viene tenuta viva anche se non ha più un fondamento economico. Oggi, insieme alle pecore marciano numerosi fotografi e giornalisti, nonché decine di escursionisti. Le difficoltà e i pericoli però non sono cambiati: slavine, maltempo e stanchezza possono funestare la traversata e per questo, prima della partenza, è rimasta l’usanza di celebrare una messa nella chiesa della Madonna di Senales, dove si trova anche un interessante dipinto ex voto del 1694, che raffigura un pastore soccorso in un crepaccio. Per partecipare a questa avventura l’appuntamento ogni anno è a Vernago nel fine settimana che precede il solstizio d’estate.

Tratto da Meridiani Montagne volume n°45 Alpi Venoste