Saliva accarezzando la roccia

Dülfer nacque a Barmen, una località della Ruhr, nel 1892.

Iniziò l’attività alpinistica nel 1911, quando si trasferì a Monaco per studiare all’università (medicina, Legge, poi Filosofia); passava sei mesi all’anno in montagna, spesso da solo, divenendo famoso per le sue elegantissime ascensioni nel Kaisergebirge e sulle Dolomiti. Iniziò ripetendo le più difficili vie dell’epoca, quelle di Piaz, Preuss, Dibona, Nieberl; poi, in una brevissima carriera, aprì una cinquantina di vie nuove. Nel 1912, insieme a Werner Schaar – Midt, superò quello che era ritenuto uno dei maggiori problemi del momento, la parete Est del Fleischbank. Dülfer perfezionò anche la tecnica di opposizione in fessura, nota come “alla Dülfer” (la cui invenzione è attribuita anche a Tita Piaz) e propose un metodo di classificazione delle difficoltà che sarebbe stato più tardi perfezionato da Welzenbach. Egli sosteneva che la difficoltà era data dal rapporto fra la natura della roccia e la capacità dell’arrampicatore e doveva essere espressa con una gradazione chiusa; nella polemica sull’uso dei mezzi artificiali innescata da Preuss, si pose dalla parte di chi – come Piaz – lo riteneva legittimo.

Ebbe poco tempo per mostrare il suo valore, ma bastò per arrivare al vertice dell’arrampicata. Nelle Dolomiti le sue vie più importanti furono la parete Ovest del Catinaccio (1912, in solitaria), la parete O della Cima di Lavaredo (1913, con Willy von Bernuth), il diedro sulla parete Sud del Catinaccio d’Antermonia, 1914 da solo, la parete Sud del Lodla di Cisles (1914 con Hanne Franz e altri due compagni). Con Luis Trenker fece un tentativo sulla parete Nord della Furchetta; il punto massimo da lui raggiunto – detto “pulpito di Dülfer” – sarebbe stato superato soltanto negli anni Trenta da uno dei maggiori sestogradisti, Giambattista Vinatzer. Oltre ai successi in arrampicata, Dülfer ebbe notevole importanza anche per le innovazioni tecniche che introdusse. Le più note sono la tecnica di discesa in corda doppia che ancora oggi porta il suo nome, la Dülfersitz, e la tecnica Dülfer per la risalita di fessure in roccia.

La grande guerra troncò la carriera e la vita di questo grande arrampicatore che amava la musica. Hans Dülfer morì il 15 luglio 1915 sul fronte occidentale, colpito da una scheggia di granata alla gola e sepolto in un cimitero militare a nord di Arras, in Francia.