I  Colli Alti formano un dolce crinale – posto tra i 1000 e i 1300 metri sul livello del mare – sul versante occidentale del massiccio del Grappa (quello vicentino), che dà sulla valle del fiume Brenta. Essi godono di uno spettacolare panorama sulla pianura veneta, sulla sua laguna e sulle vicine Dolomiti.

Dopo la fine dell’ultima glaciazione, tutto il territorio prealpino veneto fu méta di caccia da parte delle comunità di cacciatori-raccoglitori. Successivamente, le prime popolazioni di allevatori presero a risalire la pianura lungo l’asta dei fiumi per raggiungere i primi contrafforti montuosi dove trovare foraggio per le greggi da cui ricavavano essenzialmente lana. In epoca imperiale sul territorio pedemontano – margine settentrionale della centuriazione romana – sorsero alcuni insediamenti che gravitavano intorno alla città di Padova (Patavium). In seguito qui si insediarono numerose comunità longobarde che diedero grande impulso a tutta l’area. Nel medioevo la nascita e la conflittualità delle famiglie locali – tra tutte la più nota quella di Ezzelino da Romano – portò alla fortificazione di molti nuclei abitati dell’alta pianura – Bassano, Marostica, Cittadella, Castelfranco – mentre nuclei di benedettini – primo di tutti quello di Campese – cominciarono a colonizzare il territorio. Ma fu la Repubblica di Venezia a dare il maggiore impulso allo sviluppo locale e a gestire razionalmente le risorse naturali intorno alle sue ville. Con la decadenza della Serenissima, l’alta pianura divenne luogo di conflitto tra Francesi e Spagnoli, fino all’indipendenza e all’unificazione dello stato italiano. Nel Novecento le due guerre mondiali coinvolsero tutta l’area. In particolare, fu proprio sui Colli Alti che si svolsero le ultime battaglie del 1918, a cui seguì la fine della guerra. Infine, gli anni ‘60 videro finalmente la rinascita di tutto il Grappa e sui Colli Alti prese piede il turismo.

Da un punto di vista naturalistico, i Colli Alti ospitano numerosi mammiferi come volpi, lepri, scoiattoli, ghiri, tassi e soprattutto una consistente popolazione di caprioli. Presenti numerosi rapaci diurni – come la poiana e il gheppio – e notturni, come la civetta e il gufo. Talvolta in cielo appare anche l’aquila. I rettili più visibili sono il biacco e il colubro d’Esculapio, mentre rara e meno pericolosa di quanto si crede è la vipera. Nelle pozze d’alpeggio nuotano i tritoni e gli ululoni dal ventre giallo, spesso prede della biscia d’acqua.

I Colli Alti sono posti tra la pianura temperata e le più fredde dolomiti. Per questo ricchissima è la flora, con quasi quattrocento specie censite in neppure tremila ettari di superficie. Tra queste, le più vistose sono i gigli di San Giovanni, i narcisi, le peonie, gli asfodeli, ma non meno apprezzabili sono le più comuni e variopinte fioriture dei prati concimati dal pascolamento del bestiame. Da punto di vista geologico, i Colli Alti presentano diffusi e vistosi fenomeni carsici, data la composizione calcarea della roccia.