Il Campanile di Val Montanaia 2173 m, è il simbolo del bollino CAI 2001. Altre guglie, soprattutto nelle Dolomiti, presentano struttura analoga, ma nessuna può vantare una morfologia così caratteristica (fusto, ballatoio e cuspide): soltanto questo, dunque, è il “Campanile”. Molte sono state le definizioni e i sillogismi che questa montagna ha ispirato: quella che appare più calzante e anche la più semplice è dovuta a Severino Casara che lo definì “il campanile più bello del mondo”. Anche la storia alpinistica del Campanile appare curiosa. Essa inizia infatti dal tentativo di due rocciatori triestini e si deve riconoscere che se Viktor Walf von Glanvell e Gunther Freiherr von Sarr non avessero avute adeguate informazioni dagli stessi Cozzi Zanutti, non avrebbero potuto così facilmente scalare il Campanile: I due triestini, del gruppo “Squadra volante”, il 7 settembre 1902 tentarono la salita fermandosi pochi metri sotto il ballatoio, nel punto che ancor oggi è denominato pulpito Cozzi. Questo raccontarono, ingenuamente, in un’osteria-albergo di Cimolais, ascoltati con interesse ed attenzione dal curioso ed attento von Sarr. Dieci giorni dopo, la “Squadra della scarpa grossa” di Glanvell e Sarr, grazie anche alle informazioni ricevute, riuscì a superare il “pulpito Cozzi” attraverso un’uscita sul vuoto. Essi infatti, aggirarono lo spigolo per poi riprendere la cengia e quindi raggiungere la vetta, senza grosse difficoltà. Così il 17 settembre del 1902 si riuscì finalmente a mettere piede sulla vetta del Campanile. Il 19 settembre 1926 un gruppo di alpinisti portò sulla cima una campana di bronzo e Lucia Fanton la fece risuonare nel silenzio delle montagne circostanti: il fatto fu commovente ed è ricordato ancora con orgoglio. Colpita da un fulmine, la campana venne fessurata. Nel 1976, in occasione del cinquantenario della sua posa, venne rimossa e portata giù a Pordenone dove un abile artigiano la restaurò alla meglio e ne costruì un’altra, assolutamente simile. Dopo un mese, (ottobre 1976), la copia venne riportata in vetta e reinstallata da Silvano Zucchiati e Ezio Migotto, mentre quella originale è tuttora custodita nella sede sociale del CAI di Pordenone. Per quasi altri cent’anni il Campanile fu salito da centinaia di alpinisti illustri e da scuole di alpinismo sezionali che lo considerano oggi una palestra alpinistica in ambiente di grande interesse. Sul Campanile passarono Piaz, Comici, I Fanton, Dalla Porta Xidias, quindi gli alpinisti attuali Giordani e Corona (l’alpinista-scultore di Erto) e numerosi altri. Anche il Campanile tuttavia nasconde un suo segreto: è quello relativo a Severino Casara, il forte alpinista vicentino compagno di cordata di Emilio Comici. Questi infatti, nel 1925, superò per primo gli strapiombi Nord. L’impresa suscitò polemiche e critiche, ma, come si sa, il mondo alpinistico è da sempre particolarmente ricco di simili reazioni, anche se una cosa è certa, solo lui sa come sono andate le cose.