Non molto distante dal lago di Calaita esiste un piccolo laghetto detto di Pisorno; è abitato da spiriti che, se molestati gettando nell’ acqua dei sassi, si vendicano scatenando la tempesta. Nessuno mai ha potuto scandagliare il lago misterioso; è tanto profondo che non si può misurare. Un uomo del luogo si recò fin lassù con un asino carico di corde con lo scopo di sfatare la leggenda della sua enorme profondità. Legò una grossa pietra a un capo della fune e lo calò in acqua lasciando scorrere la corda, certo che sarebbe bastata; ma la pietra non toccò il fondo. L’ uomo allungò incautamente una mano per sfiorare l’acqua; una forza ignota lo trascinò nell’ abisso dove annegò miseramente. Si racconta che il parroco di Canale San Bovo don Pietro Bettega, uomo non certo facile alla superstizione, giungesse al laghetto con dei cacciatori. Avendo uno della comitiva osservato: “Signor parroco, se si gettano sassi in quest’acqua, le streghe fanno cader la tempesta!”. Il prete cominciò a gettarvi un sasso dopo l’altro, deridendo la credulità del compagno. Al momento non successe niente, ma non trascorse una mezz’ora che si scatenò un furioso temporale con tempesta; il gruppetto scese in fretta a ripararsi in una malga. Il parroco raccomandò ai compagni di non dire ciò che aveva fatto, altrimenti i malghesi non gli avrebbero dato ospitalità. Una cosa simile successe a don Stefano Fontana: si recò al laghetto con un gruppetto di studenti che si divertirono a gettare nell’acqua sassi allo scopo di sfatare la leggenda popolare. Ma anche quella volta gli spiriti si vendicarono: gli studenti furono sorpresi dalla pioggia e dalla gradine; poi, stanchi e bagnati, arrivarono alla canonica di Prade, dove si asciugarono e rifocillarono.